Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
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Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 - 1963 Begleittexte Appunti da viaggio Corte di Cadore Planimetria generale del villag- gio su mappa catastale Lageplan der Siedlung mit Parzellenstruktur
Questo saggio è tratto da Paolo Biadene pezzo, ai piedi del Monte Antelao e di fronte al Monte schizzi di Architettura anonima RASSEGNA 83, Il regionalismo Pelmo, in uno scenario dolomitico di rara suggestio- ampezzana, 1944 nell’era della globalizzazione, Un paesaggio costruito e umanizzato ne, costituisce un’esperienza unica per dimensione e Borca di Cadore, case rurali a giugno 2006 Il villaggio Corte di Cadore di Edoardo Gellner rara per atteggiamento progettuale. Cancia, 1954 Oltre agli alberghi di varie categorie (con Foto Edoardo Gellner trecento posti letto), al campeggio per gli adolescenti ® Archivio Progetti IUAV Edoardo Gellner, nato nel 1909 e cresciuto ad Ab- (con capanne e servizi per duecento ragazzi), alla co- Fondo Edoardo Gellner bazia in Istria, si è trasferito a Cortina d’Ampezzo nel lonia per i più piccoli (capace di seicento posti) ed a secondo dopoguerra, dove ha vissuto fino alla sua varie infrastrutture (bar, negozi, ufficio postale), sono morte avvenuta nel 2004. Nato cittadino dell’Impero state costruite circa trecento case unifamiliari tra loro 1 austro – ungarico, dapprima autodidatta, poi for- isolate (delle seicento previste). Abitazioni individuali per le vicende biografiche matosi alla Kunstgewerbeschule di Vienna ed infine senza distinzione di rango che permettessero una vedi anche Marco Pozzetto, architetto a Venezia con Giuseppe Samonà e Carlo convivenza associata pur nel rispetto assoluto della Edoardo Gellner. Dal mobile Scarpa, Gellner ha sviluppato nel tempo una positiva dimensione privata, raggruppate in piccoli nuclei all’architettura degli interni, sta cultura della differenza 1. serviti da una sterrata stradina cieca di penetrazione in Marco Pozzetto e Michele “Con lo sguardo da straniero”, come Friedri- che si dirama dai tornanti della strada principale che Merlo, Edoardo Gellner. Interni, ch Achleitner 2 definisce il suo modo di guardare alla risale la costa. Esse sono disposte lungo le pendici Skira editore, Milano, 2003 montagna alpina ed in particolare dolomitica, indaga dell’Antelao, con andamento trasversale alla pen- i luoghi e ricerca i nessi tra gli elementi - culturali, denza del terreno, coperte da un tetto monofalda per 2 sociali, climatici e così via - e le figure, inventando in marcare ulteriormente l’orizzontalità dell’insediamento Friedrich Achleitner, Edoar- modo autonomo e traducendo in montagna la cultura sul ripido pendio. Al rigoroso orientamento verso il do Gellner e un “paese di architettonica del Moderno. sole dei vari nuclei ed alla rigida tipologia degli edifici fondazione” nel Cadore sta si contrappone un singolare modo di disporsi sul in Friedrich Achleitner, Paolo terreno originato dalla specificità del sito: al punto di Biadene (a cura di), Edoardo Corte di Cadore generare luoghi sempre diversi. Gellner, Michele Merlo, Edoar- La colonia, impostata come una città, è una singolare do Gellner. Corte di Cadore, Voluto e chiamato così da Enrico Mattei, allora pre- agglomerazione di natura ed architettura: i numerosi Skira editore, Milano, 2002 sidente dell’Agip e dell’Ente Nazionale Idrocarburi, corpi di fabbrica sono collegati tra loro da una rete è un villaggio di vacanza per circa seimila abitanti di suggestivi percorsi coperti e locali di soggiorno, su un’area di duecento ettari. Situato nel comune di come fossero strade e piazze. Borca di Cadore, a pochi chilometri da Cortina d’Am- Gli edifici di maggiore rilievo nel programma edili-
3 zio del villaggio, come il centro di accoglienza della per una minuziosa descrizione colonia, il centro sociale - la progettazione del quale del villaggio vedi Edoardo si è protratta fino agli Anni Novanta, senza essere Gellner, Percepire il paesaggio, realizzato - e la chiesa, che occupa una posizione a cura di Valeria Fois e Michele privilegiata nell’impianto urbanistico e che Edoardo Merlo, Skira editore, Milano, Gellner ha progettato con Carlo Scarpa, hanno una 2004; per le vicende proget- disposizione ortogonale alle curve di livello ed un tuali della chiesa vedi Edoardo ripido tetto a capanna 3. Gellner e Franco Mancuso, Carlo Scarpa e Edoardo La Mi.no.ter, una società del gruppo Cualbu, ha Gellner. La chiesa di Corte di rilevato il villaggio nel 2001 avviando un complesso Cadore, Electa. Milano, 2000 programma di recupero per riposizionarlo sul libe- e Paolo Biadene, La chiesa di ro mercato turistico. Le case nel bosco, restaurate Corte di Cadore, IUAV, Vene- mantenendo quelle stufe in maiolica della tradizio- zia, 2000 ne ridisegnate da Gellner, sono state in gran parte vendute come “chalet d’autore” ad un pubblico di 4 vacanzieri intenditori, a conferma dell’attualità delle progettato da Gellner e mai realizzato: sono edifici Cortina d’Ampezzo, Casa Giavi vedi anche Pozzetto, Merlo scelte di allora 4. che, precedendo di poco il Villaggio, reinventano il Corte di Cadore, Case della cit. 1 costruire in montagna. prima zona residenziale Alla facile mimesi del contorno essi contrappongono 5 l fascino dei luoghi troppo belli un’attenta risposta al quesito di quale debba essere Edoardo Gellner, Architettura l’atteggiamento dell’architetto contemporaneo che si Anonima Ampezzana nel “Che cosa dobbiamo intendere per paesaggio? trovi ad operare in montagna, differenziando le rispo- paesaggio storico di Cortina Non solo l’intatta natura nel suo grandioso scenario ste figurative in base alla consistenza del paesaggio. d’Ampezzo, Franco Muzzio di cime, ghiacciai, boschi e prati, ma anche l’ope- “Un decennio di esperienze mi ha portato a distingue- & C. Editore, Padova, 1981 e ra dell’uomo che in quest’ambiente si è inserita, re tre casi tipici: Architettura rurale nelle Dolo- trasformandolo e creando al paesaggio un nuovo 1_ quando si operi in un paesaggio sintesi di un miti Venete, Edizioni Dolomiti, volto, realizzando insomma un paesaggio costruito ambiente naturale e di costruzioni antiche, l’architetto Cortina, 1988 e umanizzato. Così, quando pensiamo ad un pae- deve accettare umilmente forme, volumi, colore della saggio di montagna, non possiamo dissociare dalla vecchia architettura spontanea, pur senza cadere in 6 sua immagine le caratteristiche case dalla copertura una piatta imitazione. Il nuovo non deve perturbare il L’architettura. Cronache e a due falde, gli esempi di vecchia, intatta e attualissi- paesaggio già perfettamente stabilito nel suo equili- storia, n.44, 1959 ma architettura rustica.” Anticipando quelle ricerche brio; sull’architettura anonima che trovano poi definitiva 2_ quando si operi in un paesaggio di intatta natura, 7 sistemazione nelle pubblicazioni degli Anni Ottanta5, fuori dalla sfera d’influenza di vecchi insediamenti, vedi la monumentale monogra- Lisa Ronchi riportava su L’Architettura di Bruno Zevi6 l’architetto può ritenersi svincolato da ogni legame fia Edoardo Gellner architetto, queste parole di Gellner a margine delle architetture formale con la tradizionale architettura di montagna e a cura di Franco Mancuso, per il nuovo centro di Cortina costruite in vista delle svolgere il suo lavoro liberamente, senza tuttavia di- Electa, Milano, 1996 Olimpiadi invernali del 1956. menticare le esigenze derivanti dal clima che richiede “La polemica con il rustico” 7 è la risposta, l’adozione di tetti a larghe falde sporgenti (Villaggio di per certi versi esasperata, alla domanda di facile e Corte di Cadore); stereotipata “montagna” espressa nell’immagine 3_ quando si operi in un paesaggio in cui il vecchio dell’edilizia dal paese di Cortina in rapida crescita ed insediamento ha già subito mutamenti nel suo origi- in altrettanto rapida ascesa nel panorama del turismo nario impianto urbanistico, cioè quando il paesaggio internazionale degli anni Cinquanta. Casa Giavi, è già compromesso o distrutto, l’architetto potrà agire l’edificio delle Poste e della TelVe, il residence Palace secondo i suggerimenti della sua sensibilità (Nuovo sono raccolti attorno ad un nuovo centro del paese centro di Cortina)” 8
Case unifamiliari delle zone re- Ragionando sull’architettura nel paesaggio, sul rap- La natura si è ripresa ciò che l’uomo nel tempo le Colonia, refettorio e aula di sidenziali successive, struttura porto tra costruzione e siti, l’abitare e costruire in Gell- aveva tolto, rovesciando il paradosso per il quale il accoglienza e spazio pubblico ner, Valeriano Pastor ne esplicita il fondamento, fino a turismo, nel suo processo di valorizzazione dei luoghi, parlare di “Architettura del paesaggio”: riconosce nel distrugge proprio ciò che lo genera: il paesaggio. 10 “vedendo come mai prima visto” un ordine etico nella Si trattava di resistere soprattutto al fascino dei luoghi 8 costruzione dell’evento estetico “paesaggio” che non troppo belli, diceva Edoardo Gellner10. Edoardo Gellner, Dal Monte idem 5 si esaurisce nella pur necessaria appropriatezza di Maggiore all’Antelao, cit. 2 una costruzione al contesto 9. 9 E proprio nella cultura del paesaggio antro- Tetto e neve 11 Valeriano Pastor, Alcune note pico, che caratterizza l’opera corposa e variegata di Mario Cereghini, Costruire in sul comporre in Edoardo Gel- Edoardo Gellner, il villaggio turistico Corte di Cadore Nella cultura architettonica dell’immediato secondo Montagna, Milano, edizioni “il lner, sta in Turris Babel, n.40, è un raro e prezioso esempio di come l’architettura, dopoguerra quella di Mario Cereghini è una delle Milione”,Milano, 1950; 2.ed. Bolzano, 1997 innestata in un ambiente senza particolari qualità, rare riflessioni sulla montagna in Italia11. Quarant’anni riveduta ed ampliata, 1956 possa costituirsi in “restauro del paesaggio” attra- dopo il premio Architettura contemporanea alpina 12 verso un uso attento e lungimirante delle risorse. Le istituito a Sesto Pusteria ha aperto una prestigiosa tecniche costruttive artigianali in sostituzione delle finestra sul costruire nelle Alpi, portando l’opera di Architettura contemporanea originarie sperimentazioni prefabbricative pesanti, Gellner al centro del dibattito anche in questa sede12. alpina, Premio di architettura la rigorosa conservazione delle alberature esistenti, Ripensando alle “Regole per chi costruisce 1999, Birkhäuser, Basel Boston l’inzollamento delle aree scoperte e la dispersione in montagna” di Adolf Loos, che nel 1913 esortava Berlin, 2000 delle acque meteoriche, ed inizialmente anche di a non pensare al tetto, ma alla pioggia ed alla neve, quelle depurate, hanno modificato il microclima della Edoardo Gellner aveva abbozzato un libro dal titolo zona permettendo alla natura di “ricostruirsi” spon- provvisorio “Tetto e neve”. Un saggio sulla tipologia taneamente: al punto da far intravedere nel bosco, a delle coperture in montagna nel Novecento, una tratti recentemente diradato, soltanto le emergenze raccolta ragionata di progetti e costruzioni attraver- maggiori. Da lontano, dalle pendici del Pelmo, proprio so la quale ripercorrere anche episodi notevoli di da quell’area paesisticamente preziosa in origine quella sua gioventù negli Anni Trenta. Gellner trova il scelta dai collaboratori di Mattei per l’insediamento contesto culturale del fare contemporaneo volgendo del villaggio e sapientemente scartata da Gellner a lo sguardo a Nord, nell’incontro decisivo con l’opera favore di quelle coste dell’Antelao allora degradate, si di tre architetti che più degli altri hanno rappresentato distinguono solamente alcuni fabbricati della colonia, nel Tirolo le divergenti tendenze del fare nel Nove- gli alberghi e la chiesa. cento. Clemens Holzmeister con quei tetti a capanna
Microdifferenze locali 13 vedi Achleitner, cit. 2 Nel progetto urbanistico la multiscalarità del procedi- 14 mento in Gellner considera il progetto architettonico come verifica del possibile e, di converso, il progetto Edoardo Gellner, La salvaguar- di architettura pone in primo piano la centralità dello dia delle identità regionali nella spazio pubblico, la rete di “piazze e strade” degli nuova Europa sovranazionale, edifici e dei complessi “microurbanistici”. Costruendo dattiloscritto per il convegno senza nostalgia, Edoardo Gellner progetta edifici in Linz 11.1993; traduzione armonia con i luoghi ed i processi storici del fare, pur tedesca: Die Wahrung regio- senza citarne il minimo dettaglio costruttivo13. naler Identität(en) im neuen Parlando in anni recenti di “regionalismo”, übernationalen Europa, sta in intendeva una cultura territoriale avente caratteri sto- Bau-Kultur-Region. Regionale rici, linguistici e socio-economici propri e sottolineava Identität im wachsenden Euro- l’aspetto di legame imprescindibile tra cultura e terri- pa - das Fremde, Kunsthaus torio racchiuso nel termine14. Riflettendo sul processo Bregenz, 1996; le citazioni che della tradizione, Franz Baumann con le coperture di unificazione europea, poneva la questione del- seguono sono tratte da questa monofalda ricoperte di lamiera e Lois Welzenbacher, l’identità dei singoli alle soglie della globalizzazione: fonte in una fase della sua vita, il più vicino al Movimento “La cultura architettonica regionale - scrive Gellner Moderno con i suoi tetti piani. - può assumere un ruolo decisivo, rappresentando I numerosi edifici diversi per uso, dimensione il doveroso e necessario richiamo alla continuità del e forma nel villaggio sono realizzati pragmaticamente nuovo con la tradizione, non attraverso formalismi nella cifra dell’autenticità. Sono edifici autenticamente esteriori ma mediante una riflessione sulle tecniche, nuovi: esprimono una continuità con il Moderno nel sui materiali e sulle forme storiche dell’abitare. In rapporto tra struttura portante esibita e tampona- questo senso quindi i ‘regionalismi’ si faranno garanti mento, nell’articolazione dello spazio pubblico, nella della sopravvivenza delle microdifferenze locali in un distinzione tra aperture di ventilazione ed illumina- ambito che tenderà sempre più a dissolverle.” mento, nell’esibizione autentica del materiale. E E, da professionista particolarmente attento sono al contempo edifici autenticamente radicati alle condizioni al contorno, considerava fondamen- nella tradizione per la loro disposizione sul terreno, tale per le sorti del paesaggio costruito il rapporto, il trattamento dei fronti rispetto all’insolazione ed alle raramente esplicitato ed indagato a sufficienza, tra il visuali, i pesi strutturali e visivi oltre che per la sen- linguaggio dei vari movimenti architettonici e le norme sualità del materiale e le tessiture superficiali. Il non urbanistiche ed edilizie. “(…) l’abolizione degli speci- - colore del materiale caratterizza la chiesa e l’albergo fici regolamenti regionali, potrebbe generare un peri- Boite, mentre negli altri edifici è lo stucco cementi- coloso ed uniforme appiattimento nella stessa ricerca zio spatolato su pannelli di legno o cemento a dare architettonica e figurativa (…) con il rischio reale che colore e profondità all’architettura. Colore che ricorda l’edilizia pubblica europea, residenziale e non, venga quell’incontro con Richard Neutra a Venezia nel 1948 ridotta ad un monotono esperanto sopranazionale e le sue diapositive che svelarono la sorprendente (…) ed il mestiere di architetto al semplice ruolo di diversità di un mondo tramandato fino ad allora da propagandatore di forme.” riproduzioni in bianco e nero. E con un tetto piano inverdito, sul quale la neve viene mangiata dal sole, Edoardo Gellner avrebbe voluto coprire quegli edifici che sognava ancora di costruire nel villaggio rimodernato.
Corte di Cadore Corte di Cadore la prima zona residenziale la prima zona residenziale negli Anni Cinquanta ripresa negli Anni Settanta die erste Häusergruppe der die erste Häusergruppe der Siedlung in den 1950Jahren Siedlung in den 1970Jahren
Dieser Aufsatz stammt aus Friedrich Achleitner und gehört keinesfalls zum Instrumentarium von Cortina d’Ampezzo dem Sammelband „Die Planern und Architekten. Hätte Gellner alleine nur die Gebäude für Post, Telve und Architektur, die Tradition und Edoardo Gellner und ein “Gründungsdorf“ urbanen Strukturuntersuchungen der “Ländlichen Öffentliche Ämter, 1953 - 1955 der Ort. Regionalismen in der im Cadore Architektur in den venetianischen Alpen“ mit teilweise europäischen Stadt“ heraus- neuen Bebauungskonzepten aus dem 19. Jahrhun- gegeben von Vittorio Magnago dert (mit der Bezeichnung “Refabbrico“), hätte er Lampugnani, DVA, Stuttgart Schon das in Anführungszeichen gesetzte “Grün- alleine die endlosen typologischen und morphologi- München, 2000 dungsdorf“ weist auf die Problematik des Themas schen Studien der anonymen Architektur seiner Re- hin. Die Gesellschaft des 20. Jahrhunderts erlaubt nur gion gemacht, wäre er schon ein großer Bauforscher La traduzione italiana “Edoar- mehr unter äußerst selektiven, künstlichen Bedin- der Moderne, bei dem eben das anthropologische do Gellner e un ‘paese di gungen die Gründung von “Dörfern“, wahrscheinlich Interesse im Vordergrund steht, phänomenologisch fondazione’ nel Cadore” sta überhaupt nur mehr unter musealen Bedingungen und positivistisch, aber mit einem unbestechlichen in Friedrich Achleitner, Paolo des Tourismus, eben der Simulation von “natürlichen Blick auf den Forschungsgegenstand. Biadene (a cura di), Edoardo Bedingungen“ unter dem Aspekt der Erholung, also Aber Gellner beläßt es eben nicht bei den Gellner, Michele Merlo, “Edoar- in der maximalen Distanz von der Arbeitswelt des sich Recherchen, seine Forschungsergebnisse fließen do Gellner. Corte di Cadore”, Erholenden. Das ist eine Perversion, weil die Erho- in seine urbanistischen Konzepte ein, er entwickelt, Skira editore, Milano, 2002 lungsgesellschaft eine Dienstleistungsgesellschaft anhand von Bauaufgaben der Gegenwart, neue erzeugt, die in den Erholungsorten zunehmend die Haustypologien, vom Privat- oder Ferienhaus bis zur Foto Friedrich Achleitner Ressourcen für die eigen Erholung verliert Wohnhausanlage, vom städtischen Bürobau bis zum Gellners Werk ist zunächst scheinbar von Hotel, vom Kinderheim bis zur Kirche. Dabei ist die diesem Problem unberührt und scheint auch unsere typologische Erfindung genau so wichtig wie die mor- bisherigen Analyse-Ansätze vergessen zu machen. phologische, eine Erfindung, die sich am Gefundenen Es ist sozusagen in die “Unschuld“ der späten vier- orientiert, ohne es zu kopieren. Gellner läßt sich auf ziger und frühen fünfziger Jahr des 20. Jahrhunderts die strenge Grammatik der alten Siedlungen genauso eingebettet, in die Kultur und das Temperament eines ein wie auf die oft pittoresken Sinnlichkeit räumlicher Architekten der Moderne, der im Sinne von Adolf Strukturen, wobei jedem Material, ob Holz, Stein, Loos jede neue Erkenntnis, jede technologische und Stuck, Stahl oder Beton, die ihm innewohnenden Aus- soziale Verbesserung akzeptiert. Was aber vor allem drucksmöglichkeiten gewährt werden. Gellner ist aber diese Arbeit charakterisiert, ist, daß sie einen totalen kein Purist, seine Botschaften sind nicht ideologisch Blick auf eine regionale Baukultur und ihre Landschaft verpackt, sie sind weder streng oder gar eng, er kennt eröffnet. Dieser Ansatz ist heute noch einzufordern nicht das naive Verkündungspathos der Moderne,
über den beiden [...] absorbierten Kulturen gerech- teren Haltung“, also einer Art Äquidistanz zu zwei kulturellen Wirklichkeiten, mit denen er als Architekt umzugehen hatte. Die Wiener Impulse, die man für seine frühe Entwicklung vermuten darf, sind noch nicht wirklich erforscht. Marco Pozettos Studie (im Ausstellungska- talog der Universität für angewandte Kunst in Wien, 1998) weist aber hier einen Weg. Bei Otto Prutscher hat Gellner sicher nicht nur die Wiener Form- und Materialsinnlichkeit kennengelernt, sondern auch die Komplexität einer Großstadtkultur und ihre “ge- schichtliche Tiefe“. Und Edoardo Gellner, so scheint mir, ist in seiner späteren Entwicklung ein Großstädter geblieben. Sein distanzierter und kritischer Kulturbe- griff ist nicht das Produkt enger regionaler oder gar er erlaubt sich einen raffinierten, venezianischen lokaler Verhältnisse. Umgang mit den Baustoffen, mit den Strukturen und Der zweite Wendepunkt folgte nach dem Texturen genauso wie mit den Oberflächen, etwa den zweiten Weltkrieg: „Gezwungen, Abbazia zu ver- warmen Putzfarben, die nur eine ästhetische, also lassen, bin ich durch reinen Zufall nach Cortina keine kulturellen Rechtfertigung zulassen. Vor allem d‘Ampezzo gekommen. Es war ein plötzlicher Sprung seine städtischen Bauten zeigen durchaus Gebär- vom Meer zum Gebirge; von einem Meer, das ich als de, besitzen Rhetorik, signalisieren soziales Leben meines empfunden habe, zum Gebirge, das ich nur und Kontaktfreudigkeit. Sein analytisches Vorgehen oberflächlich durch Skiausflüge kannte.“ Und dann ist vorsichtig, abwägend, tastend, streckenweise folgte ein Satz, dem wir heute wieder besondere Auf- unsicher, er liebt den Vergleich, die Zusammenschau, merksamkeit widmen sollten: „Ein Architekt kann nicht und ist dabei weit entfernt von einer radikalen, apodik- ohne weiteres, mit unveränderten kulturellen Voraus- tischen Haltung. Die radikale Entscheidung stellt sich setzungen, von einer Umgebung in eine andere über- aber ein, allerdings als Abschluß oder Höhepunkt wechseln. Eine Architektur (eine wie immer geartete eines langen Prozesses, als eine gefundene oder bauliche Tätigkeit) ist nicht etwas Abstraktes, ein äs- entdeckte Wahrheit. thetisches Objekt an sich, das da oder dort hingestellt werden kann; sondern etwas, das wachsen muß im Zusammenfließen mit seiner Umwelt, mit den körper- Mit den Augen des Fremden haften Formen des Ortes. Denn seinem Umraum als Ganzes gehört eine Geschichte an, die eingreift in die * Diese biographische Skizze Edoardo Gellner, am 20.Jänner 1909 in Abbazia Struktur der Gegend und ihr so vielfältiges Gefüge. befindet sich als Typoskript geboren, spricht in einem biographischen Referat * Ich würde sogar sagen: Eine Architektur ist nichts im Besitz des Autors. Alle von zwei “grundlegenden Wendepunkten“ in seinem anderes als eine der Komponenten der Landschaft. folgenden Zitate entnehme ich Leben. Nach dem Ersten Weltkrieg vollzog sich ein Diese Feststellung führt und dazu, die Landschaft diesem Text. “tiefgreifender Wechsel des sprachlichen und kultu- nicht als einen Hintergrund für einen Eingriff sondern rellen Horizonts“. Als Kind lebte er in Abbazia in einer als einen Hauptfaktor anzusehen. Zur methodischen rein deutschsprachigen Umgebung. Nach dem Krieg Klärung ist zu sagen, daß diese Art, der Landschaft begann seine Sozialisation bis zur Universität im Ita- gegenüber sich zu verhalten, nicht verwechselt lienischen, lediglich unterbrochen von einem Seme- werden soll mit mißverständlichen Theorien des > ster Wiener Kunstgewerbeschule bei Otto Prutscher. sich-Einfühlenslandschaftsgebun- Gellner spricht einerseits von einer “Entwurzelung“, denem Bauen< nichts zu tun, jedenfalls nichts im andererseits aber von einer “bewußteren und gegen- zweideutigen Sinn von Tarnung oder volkstümlicher
Gellner entwickelte also rückblickend aus dem Stand eine Recherche und Zusammenschau aller sichtbaren und unsichtbaren Faktoren (bis zu den alten Geset- zen der “Regole“) und kam zu einem bis heute tragfä- higem Landschaftsbegriff, der die ideologischen Kon- struktionen der Heimatschutzbewegungen weit hinter sich ließ. Landschaft ist für Edoardo Gellner keine wie immer geartetes Konstrukt, sondern eine von vielen Faktoren bestimmte Lebenswirklichkeit einer bisher bäuerlichen Gesellschaft, in der auch Geschichte und Tradition, ererbtes und erworbenes Wissen, ihren Platz haben, aber nicht als Reservate für eine falsche oder verlogene Bildproduktion mißbraucht werden. Mit diesem “wissenschaftlichen Ansatz“, besser, mit diesem modernen, sachlich-distanzierten Blick auf die Probleme, war es Gellner auch möglich, Lösungen Cortina d’Ampezzo Mimicry etwa im Sinne des Heimatschutzes nach den für heutige Bauaufgaben und planerische Probleme Casa Giavi, 1954 - 1955 Ideen eines Schultze-Naumburg.“ zu finden, ohne sich in der Sprache, in der kulturellen Gellners Blick auf die Dolomitenregion war Artikulation und Kommunikation zu “vergreifen“, ohne also a priori ein distanzierter, einer des “neugieri- also das Verständnis für die Gesamtzusammenhänge gen Fremden“, und es war vielleicht ein fruchtbarer dieser Region zu verlieren. biographischer Zufall, daß er gleich am Beginn seiner Gellner: “Meine Haltung der Landschaft gegenüber Arbeit min Cortina mit einer überaus verantwortungs- ist elastischer und bewußter; sie hat sich allmählich vollen planerischen Studie beauftragt wurde, der angesichts konkreter Aufgaben präzisiert und verfei- Erarbeitung des Piano Regolatore, der als stadt- und nert. Allerdings kann dies eine gewisse Einbuße an landesplanerische Maßnahme eine gründliche Analy- formale Einheit und Wiedererkennbarkeit der formalen se der örtlichen Verhältnisse voraussetzte. Formensprache mit sich bringen.“ Gellner drang mit seinen Forschungen nicht nur in Wer einige Bauten Gellners außerhalb seiner die üblichen baulichen und architektonischen Zu- Dolomitenregion kennt, wie etwa das eindrucksvol- sammenhänge vor, sondern entdeckte eine durch le Geschäfts- und Wohnhaus Talamini in Deventer und durch konzipierte, geregelte und sinnvoll entwik- (Holland), wo eine nur fünf Meter Breite , aber dafür kelte gesellschaftliche Ordnung. “Die systematische rund 68 Meter tiefe Baulücke zur Verfügung stand (die Untersuchung dieses Landschaftstyps hat zu über- 45 Meter tief verbaut wurde), weiß, wovon Gellner raschenden Entdeckungen geführt. Nicht nur wegen spricht: Es geht um eine typologische Überprüfung der einzelnen Baulichkeiten, ihrer echten Einfachheit des Vorhandenen, um eine Neuformulierung anhand der Formen und technischen Folgerichtigkeiten in der von neuen Bedürfnissen (wer die Augen dafür hat, Anwendung der örtlichen Baumaterialien, sondern kann einen mediterranen Umgang – um nicht zu sa- vor allem wegen der Klarheit der Siedlungsanlage. gen venezianischen – mit den Raumressourcen kon- Es zeigte sich eine vollständige Übereinstimmung statieren) und um die architektonische Einführung des zwischen der noch ablesbaren siedlungsgeschicht- Neuen in eine alte, hanseatische Stadtstruktur. Die lichen Wirklichkeit und den alten gesellschaftlichen Sprache der Details erlaubt dann die oben erwähnte Ordnungen des Tales. Die aufmerksame Analyse [...] “Wiedererkennbarkeit der persönlichen Formenspra- enthüllte an den scheinbar zufälligen alten Siedlungs- che“. kernen eine überraschende Ordnung in der Lage, den Entfernungen zueinander, den Gesamtgrößen der Gruppierung und der genauen Typisierung ihrer Bauten.“
Corte di Cadore Cortina d’Ampezzo Regionalismus – eine unvermeidbare Frage Corte di Cadore Stützmauern aus Beton Verheißung, Scheitern und wieder Verheißung Einfamilienhäuser, Stütz- Bei den frühen Arbeiten von Edoardo Gellner in mauern aus Naturstein Es ist sicher kein Zufall, daß sich heute ein be- Cortina muß man zunächst einem Hinweis folgen, Berührung mit dem Boden sonderes Interesse wieder den Arbeiten Edoardo den der Architekt selbst gegeben hat. Das ist die Gellners in Cortina d`Ampezzo zuwendet. Nach dem enorme Wirkung der Arbeit von Frank Lloyd Wright im Höhenflug des Alpintourismus setzt dieser überall Nachkriegsitalien. Dies bedeutet zunächst eine große zur Bruchlandung an. Natürlich hat die Architektur Distanz zur verideologisierten mitteleuropäischen – die Tourismusarchitektur – daran vielleicht nur einen Diskussion um das alpine Bauen. Es bedeutet eine bescheidenen Anteil, aber sicher den sichtbarsten. freien Blick auf die Architektur, eine neue Sicht von Ur- Der Tourismus hat es schnell gelernt, überall von den sprünglichkeit, Sinnlichkeit und auch Logik im Bauen. natürlichen und kulturellen Ressourcen zu leben, Wenn man die Fotos von Edoardo Gellner genauer und darüber vergessen, selbst diese Substanz zu betrachtet, so führen sie nicht in mystische Untiefen, vermehren. Was uns in Cortina vor vierzig Jahren an haben nicht überall den Schatten eines erhobenen planerischer Methodik und architektonischer Qualität Zeigefingers, der auf unwiederbringliche Werte oder vor Augen geführt wurde, ist heute noch beispielhaft, den Verlust von verlorener Heimat verweist. Gellners obwohl – auch das muß man sehen – das größe- Fotos zeigen einen hellen, erfreuten, sinnlichen und re Vorhaben eines modernen Stadtzentrums aus neugierigen Blick, sie nehmen dankbar jede Informa- Engstirnigkeit oder speziellen Interessen gescheitert tion wahr und versuchen, alles in einem lebendigen ist und wir heute genaugenommen nur die Ruine Zusammenhang zu verstehen. Das ist, man möge mir eines großen Gedankens, ja einer Vision bewundern das nicht übel nehmen, auch ein wenig der amerika- können. nische Forscherblick, der etwas sicher nicht kennt: Im neuen Zentrum von Cortina d‘Ampezzo ist die europäischen Vorurteile oder die fast pervertierte nämlich das Veranstaltungszentrum mit einer großen Form einer mitteleuropäisch-ideologisch verklemmten Halle, mit Galerien und Passagen und den notwen- Wahrnehmung. Aber diese Fotos vermitteln noch viel digen Folgeeinrichtungen nicht realisiert worden. mehr: Über ihr sachliches Interesse hinaus verraten Telefon- und Postgebäude akzentuieren zwar mit dem sie auch einen poetischen Blick, einen Blick, der die naheliegenden Haus Giavi immer noch architekto- Dinge im schönsten Licht aufsucht, aber auch ihre nisch dieses Ensemble, aber das neue Zentrum ist eigene Strahlkraft wahrzunehmen vermag. nie wirklich zu einem städtischen Leben erwacht. Dieser neue, phänomenologische und sinnenfreudige Blick auf eine regionale Baukultur ist
auch das Thema der Architektur der frühen Gellner- tradiert, wenigstens solche, die gegenüber härteren Corte di Cadore Bauten. Wer das Dachgeschoß des Postgebäudes Lebensformen zu bestehen hatten. Einfamilienhäuser, Berührung betritt, mit dem offenen Dachstuhl aus Stahlbeton mit dem Boden und dem Blick unter der breiten “Hutkrempe“ in die Landschaft, weiß, wovon ich rede. Obwohl kaum ein Corte di Cadore oder die Rekonstruktion einer Bau- oder Konstruktionsdetail aus der bäuerliche Landschaft Welt vorhanden ist, befindet man sich in der gleichen Kultur und in der gleichen Landschaft, im gleichen Ich kenne von den städtebaulichen Realisationen nur Umgang mit dem Raum und in der gleichen erfinderi- das Feriendorf Corte di Cadore des Konzerns E.N.I. schen Vielfalt. Wer den strukturellen Überwucherungs- dessen Chef Enrico Mattei mit Edoardo Gellner ein prozeß beim Haus Giavi studiert, denkt zunächst urbanistisches Konzept für rund 500 Häuser, ein Ver- an die holzgezimmerten Erschließungen, Treppen, waltungszentrum, ein riesiges Jugendheim, mit Hotels Laubengänge, Balkone oder Veranden der Steinbau- und Kirche entwickelte. Das 1954 begonnene Projekt ten der Dolomitenregion, obwohl kein Baudetail mit war aber von Anfang an auch das der Rekonstruktion einem alten vergleichbar ist. einer Landschaft, der Wiederaufforstung eines rie- Und das ist genau die Gegenposition zu regiona- sigen Geröllkegels, der sich im Zustand der Verkar- listischen Architektur: Während der Regionalismus stung befand. Gellner entwickelte eine umfangreiche (scheinbar) originelle Details in neuen, meist will- Typologie für die anfallenden Gebäudearten und kürlichen und unverständlichen Zusammenhängen ein Strukturmodell im Spannungsfeld von scheinbar verwendet und sie damit aus einem lebendigen zufälliger Verteilung der Wohneinheiten im Gelände Nutzungszusammenhang ausschließt (sie als Kostü- (Häuser für vier, sechs, sieben und acht Personen) mierung betrachtet), besitzen Gellners Bauten die und einer strengen, von der unmittelbaren Topogra- Logik des Gebrauchs in einer klimatisch extremen phie unabhängigen Positionierung der Objekte. Durch Situation, sind Antworten auf eine ebenso gleich- die Typologie und die gleiche Ausrichtung nach Süd- bleibend ökologische wie sich kulturell verändernde westen entstand bei jedem Haus durch die Unregel- Welt. Während der Regionalismus Bilder einer alten mäßigkeiten des Geländes (und die fast pittoresken Welt in eine neue hinüberretten will damit vom Leben Schichtenlinien) eine einmalige Berührung mit dem abkoppelt, schafft Edoardo Gellner eine neue Welt, in Boden, entstand ein unwiederholbarer, unverwechsel- der das lebensfähige Alte erhalten bleibt. So bleiben barer Ort, der eben nur in einem Spannungsfeld von die neuen Formen den alten verwandt, ja sind oft Regel und Zufall möglich ist. Da nach dem Vorbild Le durch die verständlich. So haben sich Kulturen immer Corbusiers das Erdgeschoß frei blieb und höchstens,
wenn es der Boden erlaubte, für eine Garage oder einen Unterstellplatz genutzt wurde, entstand dadurch eine Bereicherung der an sich strengen Typologie. Daß für die Typenhäuser vom Start weg auch eine gründliche Auseinandersetzung mit der Vorfabrikation stattfand, war für dieses Jahrzehnt des architektoni- schen Aufbruchs fast selbstverständlich. Obwohl die Anlage eine Kirche, zwei Hotels, Verwaltungs- und Versorgungseinrichtungen und einige Bauten für eine große Kinderkolonie besitzt, wäre es grundfalsch, von einem “Dorf“ zu sprechen. Es gibt auch keine Anzeichen dörflicher Struktur und schon gar keine romantische Nachbarschaft. Von den geplanten 500 bis 600 Wohneinhei- ten sind rund die Hälfte ausgeführt worden. Das Heim war für 600 Kinder konzipiert. Die Bebauung zeigt eine psychologisch ausgewogene Distanz der freiste- Einige Elemente der Siedlung Corte di Cadore henden Häuser und doch einen urbanen Zusammen- Kirche, Glockenturm und Vor- halt in Gruppen. Das Prinzip ist folgendes: Von den in Die Kirche (1956-1961) hat Edoardo Gellner in platz mit Edoardo Gellner Serpentinen geführten Erschließungsstraßen zweigen Zusammenarbeit mit seinem Freund Carlo Scarpa Neben- und Hauptschiff jeweils von einer Kehre kleine Stichstraßen ab, die zu gebaut. Es handelt sich um einen im Grundriß basi- losen Hausgruppen von fünf bis zehn Häusern führen. likalen, in der Höhenentwicklung zeltartigen Raum Nach Gellner ging es darum, für die Städter eine mit einem Blick durch die niedrigen Seitenschiffe ins richtige Balance zwischen Einsamkeit in der Natur Freie, in die Natur. Der Turm ist eine Nadel, eine Art und Gruppenkontakt zu finden. Es handelt sich also spirituelle Antenne. Besonders schön ist der Vor- nicht um eine Dorfgesellschaft, die durch Generatio- und Eingangsbereich gelungen mit seiner geradezu nen an einem Ort lebt und arbeitet, sondern um eine atemberaubenden Material- und Detailsprache. Man großstädtische Arbeitsgesellschaft eines Konzerns, wird am Vorplatz von einer Kolonnade empfangen die sich kurz (für wenige Wochen) zu Erholungszwek- (mit dem Denkmal für den ermordeten Bauherrn ken trifft und mehr oder weniger eng zusammen lebt. Enrico Mattei) und geht dann, was ein wenig an den Es handelt sich um eine “Freizeitgesellschaft“, die Sacro Monte erinnert, nach oben. Dort betritt man von zum Teil die Bekanntschaften und Hierarchien der der Seite den Vorbereich der Kirche, talseitig eröff- Fabrik mit in den Urlaub nimmt, so daß die Dichte der net sich ein großartiger Blick in die Landschaft. Der Bebauung, die erzwungenen oder zufälligen Kontakte zunächst dunkel wirkende Raum mit der imposanten auch für die Planung ein Kriterium lieferten. Dachkonstruktion zeigt einen äußerst sparsamen, Die Charakteristik des Ortes ist also nicht jedoch sehr intelligenten Umgang mit dem Licht, das das Dorf, sondern eher die Siedlung. Und das Thema im wesentlichen blendungsfrei durch die Konstruk- war: Wie kann sich eine solche, im Prinzip großstäd- tion und von hinten in den Raum einfällt. Im unteren tische Verbauung in die Landschaft einfügen? Daß Blickfeld dominieren Durchblicke oder stark gefilterte Edoardo Gellner ausgerechnet einen (für Bauern) Lichtzonen, wie etwa beim Eingang. Von den Hotels nicht bebaubaren Schuttkegel vorgeschlagen hat, wurden zwei Kategorien angeboten, die heute dem wurde vor Ort ohnehin als eine städtische Aktion an- Tourismus zur Verfügung stehen: “L`albergo Cor- gesehen, die man zumindest mit Skepsis betrachtete. te“ (1957-1958), eine eher bescheidene Unterkunft Inzwischen ist der Schuttkegel völlig bewachsen, und mit dem Charakter einer Jugendherberge, und das die Häuser, mit Ausnahme von Kirche und Hotels, “L`albergo Boite“ (1961-1963), ein nobles Großhotel, sind praktisch in der Landschaft verschwunden, was das heute noch auf gehobene Ansprüche eingestellt man sich bei Baubeginn nicht vorstellen konnte. ist und als prägnante Großform selbstbewußt in der
Gebirgslandschaft steht. Im Inneren dieses Hotels ist der Siedlung und der Rekonstruktion der Bewaldung. Corte di Cadore der räumliche Zusammenhang von Lobby, Halle und Schon nach den ersten hundert Metern fallen einem Colonia, Überdachte Verbin- Speisesaal besonders eindrucksvoll, es handelt sich die sorgfältig gesetzten und angelegten Futtermau- dungsrampen um ein Ensemble, das nach fünfunddreißigjährigem ern auf, die geländeschonende Wegführung, die Gebrauch nichts von seiner Noblesse und Einpräg- bescheidenen Elemente einer Infrastruktur, etwa einer samkeit verloren hat. Busstation. Auf die Vielfalt der Haustypen läßt sich Das “Kinderheim“, La colonia, für etwa 600 nur hinweisen. Die ältesten scheinen dabei auch die Kinder und Jugendliche von sieben bis zwölf Jah- experimentellsten zu sein, hier wurde im Hinblick auf ren ist heute funktionslos und macht den Eindruck Materialien und Vorfertigung einiges ausprobiert, bis eines verlassenen Klosters. Das ist das Schicksal sich die Bauweise auf die konkreten Möglichkeiten vieler solcher sozialer Einrichtungen, die den raschen des Ortes “eingependelt“ hatte. Auffallend ist auch und radikalen Wandel in den Ferienansprüchen die handwerkliche Entdeckerfreude, etwa im Bereich der Gesellschaft nicht mitvollziehen konnten. Die des Mauerwerks, also der vor Ort hergestellten Bau- langgezogenen Schlaftrakte sind mit dem großen teile. Hier kann man auf einen Authentischen Bericht Auditorium und der kleinen Kapelle und auch unter- des Architekten gespannt sein. einander durch gedeckte Gänge mit Rampen und Ich habe schon eingangs erwähnt, daß durch Treppen verbunden, die, wiederum an einen heiligen die Methode der gleichen Orientierung aller Häuser Berg erinnern, bunt bemalt und mit kleinen Fenstern (nach Südosten) jedes Haus durch den Zufall der übersät, die Anlage in ein geheimnisvolles Gewebe Lage, die örtliche Gegebenheit der Topographie seine von Architektur und Natur verwandeln. Merkwürdig eigene, einmalige Art der Berührung mit dem Boden wirken heute die verlassenen und teilweise ruinösen aufweist, also schon im Eingangs- oder Zugangsbe- Festplätze. Sie erscheinen mittlerweile wie Kultstätten reich seine Individualität zeigt, sozusagen nach dem einer vergangenen Jugendkultur früherer Jahrzehnte. Motto, der Typus wiederholt sich, der Ort, der “biogra- Schließlich die Aula, an sich ein gut erhaltener Bau, phische Zufall“ nicht. der jederzeit wieder seinen Betrieb aufnehmen könn- Hier wäre auch noch ein Hinweis auf die Zufahrten te. So scheint es zumindest. zu dem Hausgruppen einzuflechten, die natürlich in Bei der Siedlung selbst gibt es zwei Themen, jeder Situation anders sind, ebenso das Ende der die es verdienen, genauer untersucht zu werden. Das Sackgassen, die nicht selten mit kleinen “Dorfplätzen“ eine ist selbstverständlich der typologische und kon- abgeschlossen sind. Eine liebenswürdige Spezialität struktive Aspekt der Ferienhäuser und der andere der der Anlage ist noch “Il campeggio“(1958-1961), ein landschaftsgestalterische Aspekt der Erschließung Lager aus kleinen, einfachen , zeltartigen hölzernen
Hütten am obersten Rand der Siedlung, das sich bis versucht und auch gestalterischen Nutzen daraus heute bei de Jugendlichen großer Beliebtheit erfreut. zieht, ist seine Haltung keine Spur regionalistisch. Seine Methode der Annäherung ist genaugenommen orts- oder regionunabhängig, die Methode funktio- Das Erbe des Edoardo Gellner niert genau so wie in den Alpen im südlichen Sizilien oder in Holland. Es geht ihm nicht darum, Bilder In der Colonia Corte di Cadore wird die neue, groß- eines regionalen Bauens zu reproduzieren (oder gar städtische Ferienkultur der Industriegesellschaft mit zu vermarkten), sondern aus den realen kulturellen, der heutigen Ferienlandschaft versöhnt. Während die ökonomischen, rechtlichen, ja ökologischen, topogra- Heere der Sportindustrie die Landschaft zertrampeln, phischen oder strukturalen Merkmalen Schlüsse zu die Skilifte in der schneelosen Zeit unheilbare Wunden ziehen, die vorhandenen Ressourcen ernst zu neh- zurücklassen, wurde hier das großstädtische Projekt men, aber Unbrauchbares, taubes “Kulturgestein“ auf einer Landnahme zur “Landschaftsreparatur“, in der den Schutt zu werfen. Wenn seine Arbeiten aus den sogar Wunden geheilt wurden, die sich die Natur fünfziger Jahren ihre Frische bewahrt haben, dann selbst zufügte. Heute sind die etwa dreihundert Ob- eben nur deshalb, weil sie lebendig in den Prozeß ei- jekte auf dem ehemaligen Geröllkegel kaum mehr zu nes Umbaus der Region eingegriffen und das Leben sehen. Edoardo Gellners Verdienst ist es also, schon nicht im Stillstand, im Konservieren eines Zustands am Beginn der fünfziger Jahre in der Tourismusarchi- gesucht haben. tektur eine gesamtheitliche, auch ökologische Sicht der Probleme des Bauens in der Landschaft einge- führt zu haben, das vom Blick aus dem Fenster, von der dinglichen Berührung von Natur und Menschen- hand bis zum Dialog von Urbanismus und Landschaft alle Aspekte umfaßt. Wir werden uns also angewöh- nen müssen, in den kommenden Diskussionen von einem “Bauen in den Alpen nach Edoardo Gellner“ zu sprechen. Obwohl sich Edoardo Gellner in seiner Region voll auf die Gesetze und die Charakteristika der Land- schaft einläßt, sie genau studiert und daraus auch Erkenntnisse für das heutige Bauen zu gewinnen
Konzept Paolo Biadene layout + print OneManBand September 2006 ® Texte und Bilder bei Autoren und Verlegern Corte di Cadore Autonome Provinz Bozen Provincia Autonoma di Bolzano Planimetria generale del villag- Südtirol Alto Adige gio con le aree inzollate Abteilung 28 Ripartzione 28 Lageplan der Siedlung mit Natur und Landschaft Natura e paesaggio Eintragung der verlegten Grasnarben Abteilungsdirektor direttore di ripartizione Dr. Roland Dellagiacoma dott. Roland Dellagiacoma Koordinierung coordinamento Arch. Adriano Oggiano arch. Adriano Oggiano Sekretariat segreteria Tania Rebecchi Tania Rebecchi
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