Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio

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Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Edoardo Gellner. Corte di Cadore
1954 - 1963
    Begleittexte
    Appunti da viaggio

                                   Corte di Cadore
                                   Planimetria generale del villag-
                                   gio su mappa catastale
                                   Lageplan der Siedlung mit
                                   Parzellenstruktur
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Questo saggio è tratto da             Paolo Biadene                                                pezzo, ai piedi del Monte Antelao e di fronte al Monte        schizzi di Architettura anonima
RASSEGNA 83, Il regionalismo                                                                       Pelmo, in uno scenario dolomitico di rara suggestio-          ampezzana, 1944
nell’era della globalizzazione,       Un paesaggio costruito e umanizzato                          ne, costituisce un’esperienza unica per dimensione e          Borca di Cadore, case rurali a
giugno 2006                           Il villaggio Corte di Cadore di Edoardo Gellner              rara per atteggiamento progettuale.                           Cancia, 1954
                                                                                                             Oltre agli alberghi di varie categorie (con
Foto Edoardo Gellner                                                                               trecento posti letto), al campeggio per gli adolescenti
® Archivio Progetti IUAV              Edoardo Gellner, nato nel 1909 e cresciuto ad Ab-            (con capanne e servizi per duecento ragazzi), alla co-
Fondo Edoardo Gellner                 bazia in Istria, si è trasferito a Cortina d’Ampezzo nel     lonia per i più piccoli (capace di seicento posti) ed a
                                      secondo dopoguerra, dove ha vissuto fino alla sua            varie infrastrutture (bar, negozi, ufficio postale), sono
                                      morte avvenuta nel 2004. Nato cittadino dell’Impero          state costruite circa trecento case unifamiliari tra loro
1
                                      austro – ungarico, dapprima autodidatta, poi for-            isolate (delle seicento previste). Abitazioni individuali
per le vicende biografiche            matosi alla Kunstgewerbeschule di Vienna ed infine           senza distinzione di rango che permettessero una
vedi anche Marco Pozzetto,            architetto a Venezia con Giuseppe Samonà e Carlo             convivenza associata pur nel rispetto assoluto della
Edoardo Gellner. Dal mobile           Scarpa, Gellner ha sviluppato nel tempo una positiva         dimensione privata, raggruppate in piccoli nuclei
all’architettura degli interni, sta   cultura della differenza 1.                                  serviti da una sterrata stradina cieca di penetrazione
in Marco Pozzetto e Michele                     “Con lo sguardo da straniero”, come Friedri-       che si dirama dai tornanti della strada principale che
Merlo, Edoardo Gellner. Interni,      ch Achleitner 2 definisce il suo modo di guardare alla       risale la costa. Esse sono disposte lungo le pendici
Skira editore, Milano, 2003           montagna alpina ed in particolare dolomitica, indaga         dell’Antelao, con andamento trasversale alla pen-
                                      i luoghi e ricerca i nessi tra gli elementi - culturali,     denza del terreno, coperte da un tetto monofalda per
2
                                      sociali, climatici e così via - e le figure, inventando in   marcare ulteriormente l’orizzontalità dell’insediamento
Friedrich Achleitner, Edoar-          modo autonomo e traducendo in montagna la cultura            sul ripido pendio. Al rigoroso orientamento verso il
do Gellner e un “paese di             architettonica del Moderno.                                  sole dei vari nuclei ed alla rigida tipologia degli edifici
fondazione” nel Cadore sta                                                                         si contrappone un singolare modo di disporsi sul
in Friedrich Achleitner, Paolo                                                                     terreno originato dalla specificità del sito: al punto di
Biadene (a cura di), Edoardo          Corte di Cadore                                              generare luoghi sempre diversi.
Gellner, Michele Merlo, Edoar-                                                                     La colonia, impostata come una città, è una singolare
do Gellner. Corte di Cadore,          Voluto e chiamato così da Enrico Mattei, allora pre-         agglomerazione di natura ed architettura: i numerosi
Skira editore, Milano, 2002           sidente dell’Agip e dell’Ente Nazionale Idrocarburi,         corpi di fabbrica sono collegati tra loro da una rete
                                      è un villaggio di vacanza per circa seimila abitanti         di suggestivi percorsi coperti e locali di soggiorno,
                                      su un’area di duecento ettari. Situato nel comune di         come fossero strade e piazze.
                                      Borca di Cadore, a pochi chilometri da Cortina d’Am-         Gli edifici di maggiore rilievo nel programma edili-
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                                   zio del villaggio, come il centro di accoglienza della
per una minuziosa descrizione      colonia, il centro sociale - la progettazione del quale
del villaggio vedi Edoardo         si è protratta fino agli Anni Novanta, senza essere
Gellner, Percepire il paesaggio,   realizzato - e la chiesa, che occupa una posizione
a cura di Valeria Fois e Michele   privilegiata nell’impianto urbanistico e che Edoardo
Merlo, Skira editore, Milano,      Gellner ha progettato con Carlo Scarpa, hanno una
2004; per le vicende proget-       disposizione ortogonale alle curve di livello ed un
tuali della chiesa vedi Edoardo    ripido tetto a capanna 3.
Gellner e Franco Mancuso,
Carlo Scarpa e Edoardo             La Mi.no.ter, una società del gruppo Cualbu, ha
Gellner. La chiesa di Corte di     rilevato il villaggio nel 2001 avviando un complesso
Cadore, Electa. Milano, 2000       programma di recupero per riposizionarlo sul libe-
e Paolo Biadene, La chiesa di      ro mercato turistico. Le case nel bosco, restaurate
Corte di Cadore, IUAV, Vene-       mantenendo quelle stufe in maiolica della tradizio-
zia, 2000                          ne ridisegnate da Gellner, sono state in gran parte
                                   vendute come “chalet d’autore” ad un pubblico di
4
                                   vacanzieri intenditori, a conferma dell’attualità delle     progettato da Gellner e mai realizzato: sono edifici         Cortina d’Ampezzo, Casa Giavi
vedi anche Pozzetto, Merlo         scelte di allora 4.                                         che, precedendo di poco il Villaggio, reinventano il         Corte di Cadore, Case della
cit. 1                                                                                         costruire in montagna.                                       prima zona residenziale
                                                                                               Alla facile mimesi del contorno essi contrappongono
5
                                   l fascino dei luoghi troppo belli                           un’attenta risposta al quesito di quale debba essere
Edoardo Gellner, Architettura                                                                  l’atteggiamento dell’architetto contemporaneo che si
Anonima Ampezzana nel              “Che cosa dobbiamo intendere per paesaggio?                 trovi ad operare in montagna, differenziando le rispo-
paesaggio storico di Cortina       Non solo l’intatta natura nel suo grandioso scenario        ste figurative in base alla consistenza del paesaggio.
d’Ampezzo, Franco Muzzio           di cime, ghiacciai, boschi e prati, ma anche l’ope-         “Un decennio di esperienze mi ha portato a distingue-
& C. Editore, Padova, 1981 e       ra dell’uomo che in quest’ambiente si è inserita,           re tre casi tipici:
Architettura rurale nelle Dolo-    trasformandolo e creando al paesaggio un nuovo              1_ quando si operi in un paesaggio sintesi di un
miti Venete, Edizioni Dolomiti,    volto, realizzando insomma un paesaggio costruito           ambiente naturale e di costruzioni antiche, l’architetto
Cortina, 1988                      e umanizzato. Così, quando pensiamo ad un pae-              deve accettare umilmente forme, volumi, colore della
                                   saggio di montagna, non possiamo dissociare dalla           vecchia architettura spontanea, pur senza cadere in
6
                                   sua immagine le caratteristiche case dalla copertura        una piatta imitazione. Il nuovo non deve perturbare il
L’architettura. Cronache e         a due falde, gli esempi di vecchia, intatta e attualissi-   paesaggio già perfettamente stabilito nel suo equili-
storia, n.44, 1959                 ma architettura rustica.” Anticipando quelle ricerche       brio;
                                   sull’architettura anonima che trovano poi definitiva        2_ quando si operi in un paesaggio di intatta natura,
7
                                   sistemazione nelle pubblicazioni degli Anni Ottanta5,       fuori dalla sfera d’influenza di vecchi insediamenti,
vedi la monumentale monogra-       Lisa Ronchi riportava su L’Architettura di Bruno Zevi6      l’architetto può ritenersi svincolato da ogni legame
fia Edoardo Gellner architetto,    queste parole di Gellner a margine delle architetture       formale con la tradizionale architettura di montagna e
a cura di Franco Mancuso,          per il nuovo centro di Cortina costruite in vista delle     svolgere il suo lavoro liberamente, senza tuttavia di-
Electa, Milano, 1996               Olimpiadi invernali del 1956.                               menticare le esigenze derivanti dal clima che richiede
                                              “La polemica con il rustico” 7 è la risposta,    l’adozione di tetti a larghe falde sporgenti (Villaggio di
                                   per certi versi esasperata, alla domanda di facile e        Corte di Cadore);
                                   stereotipata “montagna” espressa nell’immagine              3_ quando si operi in un paesaggio in cui il vecchio
                                   dell’edilizia dal paese di Cortina in rapida crescita ed    insediamento ha già subito mutamenti nel suo origi-
                                   in altrettanto rapida ascesa nel panorama del turismo       nario impianto urbanistico, cioè quando il paesaggio
                                   internazionale degli anni Cinquanta. Casa Giavi,            è già compromesso o distrutto, l’architetto potrà agire
                                   l’edificio delle Poste e della TelVe, il residence Palace   secondo i suggerimenti della sua sensibilità (Nuovo
                                   sono raccolti attorno ad un nuovo centro del paese          centro di Cortina)” 8
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Case unifamiliari delle zone re-   Ragionando sull’architettura nel paesaggio, sul rap-           La natura si è ripresa ciò che l’uomo nel tempo le           Colonia, refettorio e aula di
sidenziali successive, struttura   porto tra costruzione e siti, l’abitare e costruire in Gell-   aveva tolto, rovesciando il paradosso per il quale il        accoglienza
e spazio pubblico                  ner, Valeriano Pastor ne esplicita il fondamento, fino a       turismo, nel suo processo di valorizzazione dei luoghi,
                                   parlare di “Architettura del paesaggio”: riconosce nel         distrugge proprio ciò che lo genera: il paesaggio.
                                                                                                                                                               10
                                   “vedendo come mai prima visto” un ordine etico nella           Si trattava di resistere soprattutto al fascino dei luoghi
8
                                   costruzione dell’evento estetico “paesaggio” che non           troppo belli, diceva Edoardo Gellner10.                      Edoardo Gellner, Dal Monte
idem 5                             si esaurisce nella pur necessaria appropriatezza di                                                                         Maggiore all’Antelao, cit. 2
                                   una costruzione al contesto 9.
9
                                              E proprio nella cultura del paesaggio antro-        Tetto e neve                                                 11

Valeriano Pastor, Alcune note      pico, che caratterizza l’opera corposa e variegata di                                                                       Mario Cereghini, Costruire in
sul comporre in Edoardo Gel-       Edoardo Gellner, il villaggio turistico Corte di Cadore        Nella cultura architettonica dell’immediato secondo          Montagna, Milano, edizioni “il
lner, sta in Turris Babel, n.40,   è un raro e prezioso esempio di come l’architettura,           dopoguerra quella di Mario Cereghini è una delle             Milione”,Milano, 1950; 2.ed.
Bolzano, 1997                      innestata in un ambiente senza particolari qualità,            rare riflessioni sulla montagna in Italia11. Quarant’anni    riveduta ed ampliata, 1956
                                   possa costituirsi in “restauro del paesaggio” attra-           dopo il premio Architettura contemporanea alpina
                                                                                                                                                               12
                                   verso un uso attento e lungimirante delle risorse. Le          istituito a Sesto Pusteria ha aperto una prestigiosa
                                   tecniche costruttive artigianali in sostituzione delle         finestra sul costruire nelle Alpi, portando l’opera di       Architettura contemporanea
                                   originarie sperimentazioni prefabbricative pesanti,            Gellner al centro del dibattito anche in questa sede12.      alpina, Premio di architettura
                                   la rigorosa conservazione delle alberature esistenti,                     Ripensando alle “Regole per chi costruisce        1999, Birkhäuser, Basel Boston
                                   l’inzollamento delle aree scoperte e la dispersione            in montagna” di Adolf Loos, che nel 1913 esortava            Berlin, 2000
                                   delle acque meteoriche, ed inizialmente anche di               a non pensare al tetto, ma alla pioggia ed alla neve,
                                   quelle depurate, hanno modificato il microclima della          Edoardo Gellner aveva abbozzato un libro dal titolo
                                   zona permettendo alla natura di “ricostruirsi” spon-           provvisorio “Tetto e neve”. Un saggio sulla tipologia
                                   taneamente: al punto da far intravedere nel bosco, a           delle coperture in montagna nel Novecento, una
                                   tratti recentemente diradato, soltanto le emergenze            raccolta ragionata di progetti e costruzioni attraver-
                                   maggiori. Da lontano, dalle pendici del Pelmo, proprio         so la quale ripercorrere anche episodi notevoli di
                                   da quell’area paesisticamente preziosa in origine              quella sua gioventù negli Anni Trenta. Gellner trova il
                                   scelta dai collaboratori di Mattei per l’insediamento          contesto culturale del fare contemporaneo volgendo
                                   del villaggio e sapientemente scartata da Gellner a            lo sguardo a Nord, nell’incontro decisivo con l’opera
                                   favore di quelle coste dell’Antelao allora degradate, si       di tre architetti che più degli altri hanno rappresentato
                                   distinguono solamente alcuni fabbricati della colonia,         nel Tirolo le divergenti tendenze del fare nel Nove-
                                   gli alberghi e la chiesa.                                      cento. Clemens Holzmeister con quei tetti a capanna
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Microdifferenze locali                                      13

                                                                                                                         vedi Achleitner, cit. 2
                                                             Nel progetto urbanistico la multiscalarità del procedi-
                                                                                                                         14
                                                             mento in Gellner considera il progetto architettonico
                                                             come verifica del possibile e, di converso, il progetto     Edoardo Gellner, La salvaguar-
                                                             di architettura pone in primo piano la centralità dello     dia delle identità regionali nella
                                                             spazio pubblico, la rete di “piazze e strade” degli         nuova Europa sovranazionale,
                                                             edifici e dei complessi “microurbanistici”. Costruendo      dattiloscritto per il convegno
                                                             senza nostalgia, Edoardo Gellner progetta edifici in        Linz 11.1993; traduzione
                                                             armonia con i luoghi ed i processi storici del fare, pur    tedesca: Die Wahrung regio-
                                                             senza citarne il minimo dettaglio costruttivo13.            naler Identität(en) im neuen
                                                                        Parlando in anni recenti di “regionalismo”,      übernationalen Europa, sta in
                                                             intendeva una cultura territoriale avente caratteri sto-    Bau-Kultur-Region. Regionale
                                                             rici, linguistici e socio-economici propri e sottolineava   Identität im wachsenden Euro-
                                                             l’aspetto di legame imprescindibile tra cultura e terri-    pa - das Fremde, Kunsthaus
                                                             torio racchiuso nel termine14. Riflettendo sul processo     Bregenz, 1996; le citazioni che
della tradizione, Franz Baumann con le coperture             di unificazione europea, poneva la questione del-           seguono sono tratte da questa
monofalda ricoperte di lamiera e Lois Welzenbacher,          l’identità dei singoli alle soglie della globalizzazione:   fonte
in una fase della sua vita, il più vicino al Movimento       “La cultura architettonica regionale - scrive Gellner
Moderno con i suoi tetti piani.                              - può assumere un ruolo decisivo, rappresentando
           I numerosi edifici diversi per uso, dimensione    il doveroso e necessario richiamo alla continuità del
e forma nel villaggio sono realizzati pragmaticamente        nuovo con la tradizione, non attraverso formalismi
nella cifra dell’autenticità. Sono edifici autenticamente    esteriori ma mediante una riflessione sulle tecniche,
nuovi: esprimono una continuità con il Moderno nel           sui materiali e sulle forme storiche dell’abitare. In
rapporto tra struttura portante esibita e tampona-           questo senso quindi i ‘regionalismi’ si faranno garanti
mento, nell’articolazione dello spazio pubblico, nella       della sopravvivenza delle microdifferenze locali in un
distinzione tra aperture di ventilazione ed illumina-        ambito che tenderà sempre più a dissolverle.”
mento, nell’esibizione autentica del materiale. E                       E, da professionista particolarmente attento
sono al contempo edifici autenticamente radicati             alle condizioni al contorno, considerava fondamen-
nella tradizione per la loro disposizione sul terreno,       tale per le sorti del paesaggio costruito il rapporto,
il trattamento dei fronti rispetto all’insolazione ed alle   raramente esplicitato ed indagato a sufficienza, tra il
visuali, i pesi strutturali e visivi oltre che per la sen-   linguaggio dei vari movimenti architettonici e le norme
sualità del materiale e le tessiture superficiali. Il non    urbanistiche ed edilizie. “(…) l’abolizione degli speci-
- colore del materiale caratterizza la chiesa e l’albergo    fici regolamenti regionali, potrebbe generare un peri-
Boite, mentre negli altri edifici è lo stucco cementi-       coloso ed uniforme appiattimento nella stessa ricerca
zio spatolato su pannelli di legno o cemento a dare          architettonica e figurativa (…) con il rischio reale che
colore e profondità all’architettura. Colore che ricorda     l’edilizia pubblica europea, residenziale e non, venga
quell’incontro con Richard Neutra a Venezia nel 1948         ridotta ad un monotono esperanto sopranazionale
e le sue diapositive che svelarono la sorprendente           (…) ed il mestiere di architetto al semplice ruolo di
diversità di un mondo tramandato fino ad allora da           propagandatore di forme.”
riproduzioni in bianco e nero.
E con un tetto piano inverdito, sul quale la neve viene
mangiata dal sole, Edoardo Gellner avrebbe voluto
coprire quegli edifici che sognava ancora di costruire
nel villaggio rimodernato.
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Corte di Cadore              Corte di Cadore
la prima zona residenziale   la prima zona residenziale
negli Anni Cinquanta         ripresa negli Anni Settanta
die erste Häusergruppe der   die erste Häusergruppe der
Siedlung in den 1950Jahren   Siedlung in den 1970Jahren
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Dieser Aufsatz stammt aus         Friedrich Achleitner                                       und gehört keinesfalls zum Instrumentarium von            Cortina d’Ampezzo
dem Sammelband „Die                                                                          Planern und Architekten. Hätte Gellner alleine nur die    Gebäude für Post, Telve und
Architektur, die Tradition und    Edoardo Gellner und ein “Gründungsdorf“                    urbanen Strukturuntersuchungen der “Ländlichen            Öffentliche Ämter, 1953 - 1955
der Ort. Regionalismen in der     im Cadore                                                  Architektur in den venetianischen Alpen“ mit teilweise
europäischen Stadt“ heraus-                                                                  neuen Bebauungskonzepten aus dem 19. Jahrhun-
gegeben von Vittorio Magnago                                                                 dert (mit der Bezeichnung “Refabbrico“), hätte er
Lampugnani, DVA, Stuttgart        Schon das in Anführungszeichen gesetzte “Grün-             alleine die endlosen typologischen und morphologi-
München, 2000                     dungsdorf“ weist auf die Problematik des Themas            schen Studien der anonymen Architektur seiner Re-
                                  hin. Die Gesellschaft des 20. Jahrhunderts erlaubt nur     gion gemacht, wäre er schon ein großer Bauforscher
La traduzione italiana “Edoar-    mehr unter äußerst selektiven, künstlichen Bedin-          der Moderne, bei dem eben das anthropologische
do Gellner e un ‘paese di         gungen die Gründung von “Dörfern“, wahrscheinlich          Interesse im Vordergrund steht, phänomenologisch
fondazione’ nel Cadore” sta       überhaupt nur mehr unter musealen Bedingungen              und positivistisch, aber mit einem unbestechlichen
in Friedrich Achleitner, Paolo    des Tourismus, eben der Simulation von “natürlichen        Blick auf den Forschungsgegenstand.
Biadene (a cura di), Edoardo      Bedingungen“ unter dem Aspekt der Erholung, also                     Aber Gellner beläßt es eben nicht bei den
Gellner, Michele Merlo, “Edoar-   in der maximalen Distanz von der Arbeitswelt des sich      Recherchen, seine Forschungsergebnisse fließen
do Gellner. Corte di Cadore”,     Erholenden. Das ist eine Perversion, weil die Erho-        in seine urbanistischen Konzepte ein, er entwickelt,
Skira editore, Milano, 2002       lungsgesellschaft eine Dienstleistungsgesellschaft         anhand von Bauaufgaben der Gegenwart, neue
                                  erzeugt, die in den Erholungsorten zunehmend die           Haustypologien, vom Privat- oder Ferienhaus bis zur
Foto Friedrich Achleitner         Ressourcen für die eigen Erholung verliert                 Wohnhausanlage, vom städtischen Bürobau bis zum
                                            Gellners Werk ist zunächst scheinbar von         Hotel, vom Kinderheim bis zur Kirche. Dabei ist die
                                  diesem Problem unberührt und scheint auch unsere           typologische Erfindung genau so wichtig wie die mor-
                                  bisherigen Analyse-Ansätze vergessen zu machen.            phologische, eine Erfindung, die sich am Gefundenen
                                  Es ist sozusagen in die “Unschuld“ der späten vier-        orientiert, ohne es zu kopieren. Gellner läßt sich auf
                                  ziger und frühen fünfziger Jahr des 20. Jahrhunderts       die strenge Grammatik der alten Siedlungen genauso
                                  eingebettet, in die Kultur und das Temperament eines       ein wie auf die oft pittoresken Sinnlichkeit räumlicher
                                  Architekten der Moderne, der im Sinne von Adolf            Strukturen, wobei jedem Material, ob Holz, Stein,
                                  Loos jede neue Erkenntnis, jede technologische und         Stuck, Stahl oder Beton, die ihm innewohnenden Aus-
                                  soziale Verbesserung akzeptiert. Was aber vor allem        drucksmöglichkeiten gewährt werden. Gellner ist aber
                                  diese Arbeit charakterisiert, ist, daß sie einen totalen   kein Purist, seine Botschaften sind nicht ideologisch
                                  Blick auf eine regionale Baukultur und ihre Landschaft     verpackt, sie sind weder streng oder gar eng, er kennt
                                  eröffnet. Dieser Ansatz ist heute noch einzufordern        nicht das naive Verkündungspathos der Moderne,
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über den beiden [...] absorbierten Kulturen gerech-
                                                                                           teren Haltung“, also einer Art Äquidistanz zu zwei
                                                                                           kulturellen Wirklichkeiten, mit denen er als Architekt
                                                                                           umzugehen hatte.
                                                                                                       Die Wiener Impulse, die man für seine frühe
                                                                                           Entwicklung vermuten darf, sind noch nicht wirklich
                                                                                           erforscht. Marco Pozettos Studie (im Ausstellungska-
                                                                                           talog der Universität für angewandte Kunst in Wien,
                                                                                           1998) weist aber hier einen Weg. Bei Otto Prutscher
                                                                                           hat Gellner sicher nicht nur die Wiener Form- und
                                                                                           Materialsinnlichkeit kennengelernt, sondern auch die
                                                                                           Komplexität einer Großstadtkultur und ihre “ge-
                                                                                           schichtliche Tiefe“. Und Edoardo Gellner, so scheint
                                                                                           mir, ist in seiner späteren Entwicklung ein Großstädter
                                                                                           geblieben. Sein distanzierter und kritischer Kulturbe-
                                                                                           griff ist nicht das Produkt enger regionaler oder gar
                                er erlaubt sich einen raffinierten, venezianischen         lokaler Verhältnisse.
                                Umgang mit den Baustoffen, mit den Strukturen und                      Der zweite Wendepunkt folgte nach dem
                                Texturen genauso wie mit den Oberflächen, etwa den         zweiten Weltkrieg: „Gezwungen, Abbazia zu ver-
                                warmen Putzfarben, die nur eine ästhetische, also          lassen, bin ich durch reinen Zufall nach Cortina
                                keine kulturellen Rechtfertigung zulassen. Vor allem       d‘Ampezzo gekommen. Es war ein plötzlicher Sprung
                                seine städtischen Bauten zeigen durchaus Gebär-            vom Meer zum Gebirge; von einem Meer, das ich als
                                de, besitzen Rhetorik, signalisieren soziales Leben        meines empfunden habe, zum Gebirge, das ich nur
                                und Kontaktfreudigkeit. Sein analytisches Vorgehen         oberflächlich durch Skiausflüge kannte.“ Und dann
                                ist vorsichtig, abwägend, tastend, streckenweise           folgte ein Satz, dem wir heute wieder besondere Auf-
                                unsicher, er liebt den Vergleich, die Zusammenschau,       merksamkeit widmen sollten: „Ein Architekt kann nicht
                                und ist dabei weit entfernt von einer radikalen, apodik-   ohne weiteres, mit unveränderten kulturellen Voraus-
                                tischen Haltung. Die radikale Entscheidung stellt sich     setzungen, von einer Umgebung in eine andere über-
                                aber ein, allerdings als Abschluß oder Höhepunkt           wechseln. Eine Architektur (eine wie immer geartete
                                eines langen Prozesses, als eine gefundene oder            bauliche Tätigkeit) ist nicht etwas Abstraktes, ein äs-
                                entdeckte Wahrheit.                                        thetisches Objekt an sich, das da oder dort hingestellt
                                                                                           werden kann; sondern etwas, das wachsen muß im
                                                                                           Zusammenfließen mit seiner Umwelt, mit den körper-
                                Mit den Augen des Fremden                                  haften Formen des Ortes. Denn seinem Umraum als
                                                                                           Ganzes gehört eine Geschichte an, die eingreift in die
* Diese biographische Skizze    Edoardo Gellner, am 20.Jänner 1909 in Abbazia              Struktur der Gegend und ihr so vielfältiges Gefüge.
befindet sich als Typoskript    geboren, spricht in einem biographischen Referat *         Ich würde sogar sagen: Eine Architektur ist nichts
im Besitz des Autors. Alle      von zwei “grundlegenden Wendepunkten“ in seinem            anderes als eine der Komponenten der Landschaft.
folgenden Zitate entnehme ich   Leben. Nach dem Ersten Weltkrieg vollzog sich ein          Diese Feststellung führt und dazu, die Landschaft
diesem Text.                    “tiefgreifender Wechsel des sprachlichen und kultu-        nicht als einen Hintergrund für einen Eingriff sondern
                                rellen Horizonts“. Als Kind lebte er in Abbazia in einer   als einen Hauptfaktor anzusehen. Zur methodischen
                                rein deutschsprachigen Umgebung. Nach dem Krieg            Klärung ist zu sagen, daß diese Art, der Landschaft
                                begann seine Sozialisation bis zur Universität im Ita-     gegenüber sich zu verhalten, nicht verwechselt
                                lienischen, lediglich unterbrochen von einem Seme-         werden soll mit mißverständlichen Theorien des >
                                ster Wiener Kunstgewerbeschule bei Otto Prutscher.         sich-Einfühlenslandschaftsgebun-
                                Gellner spricht einerseits von einer “Entwurzelung“,       denem Bauen< nichts zu tun, jedenfalls nichts im
                                andererseits aber von einer “bewußteren und gegen-         zweideutigen Sinn von Tarnung oder volkstümlicher
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Gellner entwickelte also rückblickend aus dem Stand
                                                                                   eine Recherche und Zusammenschau aller sichtbaren
                                                                                   und unsichtbaren Faktoren (bis zu den alten Geset-
                                                                                   zen der “Regole“) und kam zu einem bis heute tragfä-
                                                                                   higem Landschaftsbegriff, der die ideologischen Kon-
                                                                                   struktionen der Heimatschutzbewegungen weit hinter
                                                                                   sich ließ. Landschaft ist für Edoardo Gellner keine wie
                                                                                   immer geartetes Konstrukt, sondern eine von vielen
                                                                                   Faktoren bestimmte Lebenswirklichkeit einer bisher
                                                                                   bäuerlichen Gesellschaft, in der auch Geschichte
                                                                                   und Tradition, ererbtes und erworbenes Wissen, ihren
                                                                                   Platz haben, aber nicht als Reservate für eine falsche
                                                                                   oder verlogene Bildproduktion mißbraucht werden.
                                                                                   Mit diesem “wissenschaftlichen Ansatz“, besser, mit
                                                                                   diesem modernen, sachlich-distanzierten Blick auf die
                                                                                   Probleme, war es Gellner auch möglich, Lösungen
Cortina d’Ampezzo         Mimicry etwa im Sinne des Heimatschutzes nach den        für heutige Bauaufgaben und planerische Probleme
Casa Giavi, 1954 - 1955   Ideen eines Schultze-Naumburg.“                          zu finden, ohne sich in der Sprache, in der kulturellen
                                    Gellners Blick auf die Dolomitenregion war     Artikulation und Kommunikation zu “vergreifen“, ohne
                          also a priori ein distanzierter, einer des “neugieri-    also das Verständnis für die Gesamtzusammenhänge
                          gen Fremden“, und es war vielleicht ein fruchtbarer      dieser Region zu verlieren.
                          biographischer Zufall, daß er gleich am Beginn seiner    Gellner: “Meine Haltung der Landschaft gegenüber
                          Arbeit min Cortina mit einer überaus verantwortungs-     ist elastischer und bewußter; sie hat sich allmählich
                          vollen planerischen Studie beauftragt wurde, der         angesichts konkreter Aufgaben präzisiert und verfei-
                          Erarbeitung des Piano Regolatore, der als stadt- und     nert. Allerdings kann dies eine gewisse Einbuße an
                          landesplanerische Maßnahme eine gründliche Analy-        formale Einheit und Wiedererkennbarkeit der formalen
                          se der örtlichen Verhältnisse voraussetzte.              Formensprache mit sich bringen.“
                          Gellner drang mit seinen Forschungen nicht nur in                   Wer einige Bauten Gellners außerhalb seiner
                          die üblichen baulichen und architektonischen Zu-         Dolomitenregion kennt, wie etwa das eindrucksvol-
                          sammenhänge vor, sondern entdeckte eine durch            le Geschäfts- und Wohnhaus Talamini in Deventer
                          und durch konzipierte, geregelte und sinnvoll entwik-    (Holland), wo eine nur fünf Meter Breite , aber dafür
                          kelte gesellschaftliche Ordnung. “Die systematische      rund 68 Meter tiefe Baulücke zur Verfügung stand (die
                          Untersuchung dieses Landschaftstyps hat zu über-         45 Meter tief verbaut wurde), weiß, wovon Gellner
                          raschenden Entdeckungen geführt. Nicht nur wegen         spricht: Es geht um eine typologische Überprüfung
                          der einzelnen Baulichkeiten, ihrer echten Einfachheit    des Vorhandenen, um eine Neuformulierung anhand
                          der Formen und technischen Folgerichtigkeiten in der     von neuen Bedürfnissen (wer die Augen dafür hat,
                          Anwendung der örtlichen Baumaterialien, sondern          kann einen mediterranen Umgang – um nicht zu sa-
                          vor allem wegen der Klarheit der Siedlungsanlage.        gen venezianischen – mit den Raumressourcen kon-
                          Es zeigte sich eine vollständige Übereinstimmung         statieren) und um die architektonische Einführung des
                          zwischen der noch ablesbaren siedlungsgeschicht-         Neuen in eine alte, hanseatische Stadtstruktur. Die
                          lichen Wirklichkeit und den alten gesellschaftlichen     Sprache der Details erlaubt dann die oben erwähnte
                          Ordnungen des Tales. Die aufmerksame Analyse [...]       “Wiedererkennbarkeit der persönlichen Formenspra-
                          enthüllte an den scheinbar zufälligen alten Siedlungs-   che“.
                          kernen eine überraschende Ordnung in der Lage,
                          den Entfernungen zueinander, den Gesamtgrößen
                          der Gruppierung und der genauen Typisierung ihrer
                          Bauten.“
Edoardo Gellner. Corte di Cadore 1954 1963 - Begleittexte Appunti da viaggio
Corte di Cadore         Cortina d’Ampezzo                                         Regionalismus – eine unvermeidbare Frage                    Corte di Cadore
Stützmauern aus Beton   Verheißung, Scheitern und wieder Verheißung                                                                           Einfamilienhäuser, Stütz-
                                                                                  Bei den frühen Arbeiten von Edoardo Gellner in              mauern aus Naturstein
                        Es ist sicher kein Zufall, daß sich heute ein be-         Cortina muß man zunächst einem Hinweis folgen,              Berührung mit dem Boden
                        sonderes Interesse wieder den Arbeiten Edoardo            den der Architekt selbst gegeben hat. Das ist die
                        Gellners in Cortina d`Ampezzo zuwendet. Nach dem          enorme Wirkung der Arbeit von Frank Lloyd Wright im
                        Höhenflug des Alpintourismus setzt dieser überall         Nachkriegsitalien. Dies bedeutet zunächst eine große
                        zur Bruchlandung an. Natürlich hat die Architektur        Distanz zur verideologisierten mitteleuropäischen
                        – die Tourismusarchitektur – daran vielleicht nur einen   Diskussion um das alpine Bauen. Es bedeutet eine
                        bescheidenen Anteil, aber sicher den sichtbarsten.        freien Blick auf die Architektur, eine neue Sicht von Ur-
                        Der Tourismus hat es schnell gelernt, überall von den     sprünglichkeit, Sinnlichkeit und auch Logik im Bauen.
                        natürlichen und kulturellen Ressourcen zu leben,          Wenn man die Fotos von Edoardo Gellner genauer
                        und darüber vergessen, selbst diese Substanz zu           betrachtet, so führen sie nicht in mystische Untiefen,
                        vermehren. Was uns in Cortina vor vierzig Jahren an       haben nicht überall den Schatten eines erhobenen
                        planerischer Methodik und architektonischer Qualität      Zeigefingers, der auf unwiederbringliche Werte oder
                        vor Augen geführt wurde, ist heute noch beispielhaft,     den Verlust von verlorener Heimat verweist. Gellners
                        obwohl – auch das muß man sehen – das größe-              Fotos zeigen einen hellen, erfreuten, sinnlichen und
                        re Vorhaben eines modernen Stadtzentrums aus              neugierigen Blick, sie nehmen dankbar jede Informa-
                        Engstirnigkeit oder speziellen Interessen gescheitert     tion wahr und versuchen, alles in einem lebendigen
                        ist und wir heute genaugenommen nur die Ruine             Zusammenhang zu verstehen. Das ist, man möge mir
                        eines großen Gedankens, ja einer Vision bewundern         das nicht übel nehmen, auch ein wenig der amerika-
                        können.                                                   nische Forscherblick, der etwas sicher nicht kennt:
                                  Im neuen Zentrum von Cortina d‘Ampezzo ist      die europäischen Vorurteile oder die fast pervertierte
                        nämlich das Veranstaltungszentrum mit einer großen        Form einer mitteleuropäisch-ideologisch verklemmten
                        Halle, mit Galerien und Passagen und den notwen-          Wahrnehmung. Aber diese Fotos vermitteln noch viel
                        digen Folgeeinrichtungen nicht realisiert worden.         mehr: Über ihr sachliches Interesse hinaus verraten
                        Telefon- und Postgebäude akzentuieren zwar mit dem        sie auch einen poetischen Blick, einen Blick, der die
                        naheliegenden Haus Giavi immer noch architekto-           Dinge im schönsten Licht aufsucht, aber auch ihre
                        nisch dieses Ensemble, aber das neue Zentrum ist          eigene Strahlkraft wahrzunehmen vermag.
                        nie wirklich zu einem städtischen Leben erwacht.                    Dieser neue, phänomenologische und
                                                                                  sinnenfreudige Blick auf eine regionale Baukultur ist
auch das Thema der Architektur der frühen Gellner-      tradiert, wenigstens solche, die gegenüber härteren    Corte di Cadore
Bauten. Wer das Dachgeschoß des Postgebäudes            Lebensformen zu bestehen hatten.                       Einfamilienhäuser, Berührung
betritt, mit dem offenen Dachstuhl aus Stahlbeton                                                              mit dem Boden
und dem Blick unter der breiten “Hutkrempe“ in die
Landschaft, weiß, wovon ich rede. Obwohl kaum ein       Corte di Cadore oder die Rekonstruktion einer
Bau- oder Konstruktionsdetail aus der bäuerliche        Landschaft
Welt vorhanden ist, befindet man sich in der gleichen
Kultur und in der gleichen Landschaft, im gleichen      Ich kenne von den städtebaulichen Realisationen nur
Umgang mit dem Raum und in der gleichen erfinderi-      das Feriendorf Corte di Cadore des Konzerns E.N.I.
schen Vielfalt. Wer den strukturellen Überwucherungs-   dessen Chef Enrico Mattei mit Edoardo Gellner ein
prozeß beim Haus Giavi studiert, denkt zunächst         urbanistisches Konzept für rund 500 Häuser, ein Ver-
an die holzgezimmerten Erschließungen, Treppen,         waltungszentrum, ein riesiges Jugendheim, mit Hotels
Laubengänge, Balkone oder Veranden der Steinbau-        und Kirche entwickelte. Das 1954 begonnene Projekt
ten der Dolomitenregion, obwohl kein Baudetail mit      war aber von Anfang an auch das der Rekonstruktion
einem alten vergleichbar ist.                           einer Landschaft, der Wiederaufforstung eines rie-
Und das ist genau die Gegenposition zu regiona-         sigen Geröllkegels, der sich im Zustand der Verkar-
listischen Architektur: Während der Regionalismus       stung befand. Gellner entwickelte eine umfangreiche
(scheinbar) originelle Details in neuen, meist will-    Typologie für die anfallenden Gebäudearten und
kürlichen und unverständlichen Zusammenhängen           ein Strukturmodell im Spannungsfeld von scheinbar
verwendet und sie damit aus einem lebendigen            zufälliger Verteilung der Wohneinheiten im Gelände
Nutzungszusammenhang ausschließt (sie als Kostü-        (Häuser für vier, sechs, sieben und acht Personen)
mierung betrachtet), besitzen Gellners Bauten die       und einer strengen, von der unmittelbaren Topogra-
Logik des Gebrauchs in einer klimatisch extremen        phie unabhängigen Positionierung der Objekte. Durch
Situation, sind Antworten auf eine ebenso gleich-       die Typologie und die gleiche Ausrichtung nach Süd-
bleibend ökologische wie sich kulturell verändernde     westen entstand bei jedem Haus durch die Unregel-
Welt. Während der Regionalismus Bilder einer alten      mäßigkeiten des Geländes (und die fast pittoresken
Welt in eine neue hinüberretten will damit vom Leben    Schichtenlinien) eine einmalige Berührung mit dem
abkoppelt, schafft Edoardo Gellner eine neue Welt, in   Boden, entstand ein unwiederholbarer, unverwechsel-
der das lebensfähige Alte erhalten bleibt. So bleiben   barer Ort, der eben nur in einem Spannungsfeld von
die neuen Formen den alten verwandt, ja sind oft        Regel und Zufall möglich ist. Da nach dem Vorbild Le
durch die verständlich. So haben sich Kulturen immer    Corbusiers das Erdgeschoß frei blieb und höchstens,
wenn es der Boden erlaubte, für eine Garage oder
einen Unterstellplatz genutzt wurde, entstand dadurch
eine Bereicherung der an sich strengen Typologie.
Daß für die Typenhäuser vom Start weg auch eine
gründliche Auseinandersetzung mit der Vorfabrikation
stattfand, war für dieses Jahrzehnt des architektoni-
schen Aufbruchs fast selbstverständlich.
           Obwohl die Anlage eine Kirche, zwei Hotels,
Verwaltungs- und Versorgungseinrichtungen und
einige Bauten für eine große Kinderkolonie besitzt,
wäre es grundfalsch, von einem “Dorf“ zu sprechen.
Es gibt auch keine Anzeichen dörflicher Struktur und
schon gar keine romantische Nachbarschaft.
           Von den geplanten 500 bis 600 Wohneinhei-
ten sind rund die Hälfte ausgeführt worden. Das Heim
war für 600 Kinder konzipiert. Die Bebauung zeigt
eine psychologisch ausgewogene Distanz der freiste-      Einige Elemente der Siedlung                             Corte di Cadore
henden Häuser und doch einen urbanen Zusammen-                                                                    Kirche, Glockenturm und Vor-
halt in Gruppen. Das Prinzip ist folgendes: Von den in   Die Kirche (1956-1961) hat Edoardo Gellner in            platz mit Edoardo Gellner
Serpentinen geführten Erschließungsstraßen zweigen       Zusammenarbeit mit seinem Freund Carlo Scarpa            Neben- und Hauptschiff
jeweils von einer Kehre kleine Stichstraßen ab, die zu   gebaut. Es handelt sich um einen im Grundriß basi-
losen Hausgruppen von fünf bis zehn Häusern führen.      likalen, in der Höhenentwicklung zeltartigen Raum
Nach Gellner ging es darum, für die Städter eine         mit einem Blick durch die niedrigen Seitenschiffe ins
richtige Balance zwischen Einsamkeit in der Natur        Freie, in die Natur. Der Turm ist eine Nadel, eine Art
und Gruppenkontakt zu finden. Es handelt sich also       spirituelle Antenne. Besonders schön ist der Vor-
nicht um eine Dorfgesellschaft, die durch Generatio-     und Eingangsbereich gelungen mit seiner geradezu
nen an einem Ort lebt und arbeitet, sondern um eine      atemberaubenden Material- und Detailsprache. Man
großstädtische Arbeitsgesellschaft eines Konzerns,       wird am Vorplatz von einer Kolonnade empfangen
die sich kurz (für wenige Wochen) zu Erholungszwek-      (mit dem Denkmal für den ermordeten Bauherrn
ken trifft und mehr oder weniger eng zusammen lebt.      Enrico Mattei) und geht dann, was ein wenig an den
Es handelt sich um eine “Freizeitgesellschaft“, die      Sacro Monte erinnert, nach oben. Dort betritt man von
zum Teil die Bekanntschaften und Hierarchien der         der Seite den Vorbereich der Kirche, talseitig eröff-
Fabrik mit in den Urlaub nimmt, so daß die Dichte der    net sich ein großartiger Blick in die Landschaft. Der
Bebauung, die erzwungenen oder zufälligen Kontakte       zunächst dunkel wirkende Raum mit der imposanten
auch für die Planung ein Kriterium lieferten.            Dachkonstruktion zeigt einen äußerst sparsamen,
           Die Charakteristik des Ortes ist also nicht   jedoch sehr intelligenten Umgang mit dem Licht, das
das Dorf, sondern eher die Siedlung. Und das Thema       im wesentlichen blendungsfrei durch die Konstruk-
war: Wie kann sich eine solche, im Prinzip großstäd-     tion und von hinten in den Raum einfällt. Im unteren
tische Verbauung in die Landschaft einfügen? Daß         Blickfeld dominieren Durchblicke oder stark gefilterte
Edoardo Gellner ausgerechnet einen (für Bauern)          Lichtzonen, wie etwa beim Eingang. Von den Hotels
nicht bebaubaren Schuttkegel vorgeschlagen hat,          wurden zwei Kategorien angeboten, die heute dem
wurde vor Ort ohnehin als eine städtische Aktion an-     Tourismus zur Verfügung stehen: “L`albergo Cor-
gesehen, die man zumindest mit Skepsis betrachtete.      te“ (1957-1958), eine eher bescheidene Unterkunft
Inzwischen ist der Schuttkegel völlig bewachsen, und     mit dem Charakter einer Jugendherberge, und das
die Häuser, mit Ausnahme von Kirche und Hotels,          “L`albergo Boite“ (1961-1963), ein nobles Großhotel,
sind praktisch in der Landschaft verschwunden, was       das heute noch auf gehobene Ansprüche eingestellt
man sich bei Baubeginn nicht vorstellen konnte.          ist und als prägnante Großform selbstbewußt in der
Gebirgslandschaft steht. Im Inneren dieses Hotels ist     der Siedlung und der Rekonstruktion der Bewaldung.        Corte di Cadore
der räumliche Zusammenhang von Lobby, Halle und           Schon nach den ersten hundert Metern fallen einem         Colonia, Überdachte Verbin-
Speisesaal besonders eindrucksvoll, es handelt sich       die sorgfältig gesetzten und angelegten Futtermau-        dungsrampen
um ein Ensemble, das nach fünfunddreißigjährigem          ern auf, die geländeschonende Wegführung, die
Gebrauch nichts von seiner Noblesse und Einpräg-          bescheidenen Elemente einer Infrastruktur, etwa einer
samkeit verloren hat.                                     Busstation. Auf die Vielfalt der Haustypen läßt sich
          Das “Kinderheim“, La colonia, für etwa 600      nur hinweisen. Die ältesten scheinen dabei auch die
Kinder und Jugendliche von sieben bis zwölf Jah-          experimentellsten zu sein, hier wurde im Hinblick auf
ren ist heute funktionslos und macht den Eindruck         Materialien und Vorfertigung einiges ausprobiert, bis
eines verlassenen Klosters. Das ist das Schicksal         sich die Bauweise auf die konkreten Möglichkeiten
vieler solcher sozialer Einrichtungen, die den raschen    des Ortes “eingependelt“ hatte. Auffallend ist auch
und radikalen Wandel in den Ferienansprüchen              die handwerkliche Entdeckerfreude, etwa im Bereich
der Gesellschaft nicht mitvollziehen konnten. Die         des Mauerwerks, also der vor Ort hergestellten Bau-
langgezogenen Schlaftrakte sind mit dem großen            teile. Hier kann man auf einen Authentischen Bericht
Auditorium und der kleinen Kapelle und auch unter-        des Architekten gespannt sein.
einander durch gedeckte Gänge mit Rampen und                        Ich habe schon eingangs erwähnt, daß durch
Treppen verbunden, die, wiederum an einen heiligen        die Methode der gleichen Orientierung aller Häuser
Berg erinnern, bunt bemalt und mit kleinen Fenstern       (nach Südosten) jedes Haus durch den Zufall der
übersät, die Anlage in ein geheimnisvolles Gewebe         Lage, die örtliche Gegebenheit der Topographie seine
von Architektur und Natur verwandeln. Merkwürdig          eigene, einmalige Art der Berührung mit dem Boden
wirken heute die verlassenen und teilweise ruinösen       aufweist, also schon im Eingangs- oder Zugangsbe-
Festplätze. Sie erscheinen mittlerweile wie Kultstätten   reich seine Individualität zeigt, sozusagen nach dem
einer vergangenen Jugendkultur früherer Jahrzehnte.       Motto, der Typus wiederholt sich, der Ort, der “biogra-
Schließlich die Aula, an sich ein gut erhaltener Bau,     phische Zufall“ nicht.
der jederzeit wieder seinen Betrieb aufnehmen könn-       Hier wäre auch noch ein Hinweis auf die Zufahrten
te. So scheint es zumindest.                              zu dem Hausgruppen einzuflechten, die natürlich in
          Bei der Siedlung selbst gibt es zwei Themen,    jeder Situation anders sind, ebenso das Ende der
die es verdienen, genauer untersucht zu werden. Das       Sackgassen, die nicht selten mit kleinen “Dorfplätzen“
eine ist selbstverständlich der typologische und kon-     abgeschlossen sind. Eine liebenswürdige Spezialität
struktive Aspekt der Ferienhäuser und der andere der      der Anlage ist noch “Il campeggio“(1958-1961), ein
landschaftsgestalterische Aspekt der Erschließung         Lager aus kleinen, einfachen , zeltartigen hölzernen
Hütten am obersten Rand der Siedlung, das sich bis       versucht und auch gestalterischen Nutzen daraus
heute bei de Jugendlichen großer Beliebtheit erfreut.    zieht, ist seine Haltung keine Spur regionalistisch.
                                                         Seine Methode der Annäherung ist genaugenommen
                                                         orts- oder regionunabhängig, die Methode funktio-
Das Erbe des Edoardo Gellner                             niert genau so wie in den Alpen im südlichen Sizilien
                                                         oder in Holland. Es geht ihm nicht darum, Bilder
In der Colonia Corte di Cadore wird die neue, groß-      eines regionalen Bauens zu reproduzieren (oder gar
städtische Ferienkultur der Industriegesellschaft mit    zu vermarkten), sondern aus den realen kulturellen,
der heutigen Ferienlandschaft versöhnt. Während die      ökonomischen, rechtlichen, ja ökologischen, topogra-
Heere der Sportindustrie die Landschaft zertrampeln,     phischen oder strukturalen Merkmalen Schlüsse zu
die Skilifte in der schneelosen Zeit unheilbare Wunden   ziehen, die vorhandenen Ressourcen ernst zu neh-
zurücklassen, wurde hier das großstädtische Projekt      men, aber Unbrauchbares, taubes “Kulturgestein“ auf
einer Landnahme zur “Landschaftsreparatur“, in der       den Schutt zu werfen. Wenn seine Arbeiten aus den
sogar Wunden geheilt wurden, die sich die Natur          fünfziger Jahren ihre Frische bewahrt haben, dann
selbst zufügte. Heute sind die etwa dreihundert Ob-      eben nur deshalb, weil sie lebendig in den Prozeß ei-
jekte auf dem ehemaligen Geröllkegel kaum mehr zu        nes Umbaus der Region eingegriffen und das Leben
sehen. Edoardo Gellners Verdienst ist es also, schon     nicht im Stillstand, im Konservieren eines Zustands
am Beginn der fünfziger Jahre in der Tourismusarchi-     gesucht haben.
tektur eine gesamtheitliche, auch ökologische Sicht
der Probleme des Bauens in der Landschaft einge-
führt zu haben, das vom Blick aus dem Fenster, von
der dinglichen Berührung von Natur und Menschen-
hand bis zum Dialog von Urbanismus und Landschaft
alle Aspekte umfaßt. Wir werden uns also angewöh-
nen müssen, in den kommenden Diskussionen von
einem “Bauen in den Alpen nach Edoardo Gellner“ zu
sprechen.
Obwohl sich Edoardo Gellner in seiner Region voll
auf die Gesetze und die Charakteristika der Land-
schaft einläßt, sie genau studiert und daraus auch
Erkenntnisse für das heutige Bauen zu gewinnen
Konzept
                                                                                             Paolo Biadene
                                                                                             layout + print
                                                                                             OneManBand
                                                                                             September 2006

                                                                                             ® Texte und Bilder bei Autoren
                                                                                             und Verlegern

Corte di Cadore                    Autonome Provinz Bozen    Provincia Autonoma di Bolzano
Planimetria generale del villag-   Südtirol                  Alto Adige
gio con le aree inzollate          Abteilung 28              Ripartzione 28
Lageplan der Siedlung mit          Natur und Landschaft      Natura e paesaggio
Eintragung der verlegten
Grasnarben                         Abteilungsdirektor        direttore di ripartizione
                                   Dr. Roland Dellagiacoma   dott. Roland Dellagiacoma
                                   Koordinierung             coordinamento
                                   Arch. Adriano Oggiano     arch. Adriano Oggiano
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                                   Tania Rebecchi            Tania Rebecchi
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